Frutto
– giallo (frutto maturo usato per estrarre l’olio essenziale impiegato come aromatizzante)
– verde (immaturo, usato per fare canditi e per estrarre l’olio essenziale impiegato in profumeria) e arancella (frutto del diametro di 2-4 cm immaturo caduto alla pianta perché scottato dal sole
– verde cinerino, usato intero per alcuni liquori e per ottenere un’essenza che viene denominata Neroli o Nero di bergamotto).
I frutti non sono gradevoli da mangiare senza prima essere lavorati. Unico utilizzo del frutto quasi maturo o maturo, se si vuole un sapore non fastidioso, (l’essenza se assaggiata ravvisa un po’ la nafta) è in spicchi che sostituiscono il limone a spicchi nel tè. Dai semi nasce il bergamotto selvaggio, usato a volte come porta innesto in luogo dell’arancio amaro. Il frutto intero può essere candito, la polpa e gli scarti della buccia, che vengono chiamati “pastazzo” sono usati come alimento concentrato per gli animali d’allevamento, come suini o bovini da carne e latte. La buccia intera è usata al posto della carta da dolci o per alcuni prodotti artigianali per realizzare souvenir (le famose tabacchiere), oppure messa a macerare in alcool etilico costituisce la base del liquore denominato bergamino o bergamello. Il succo ricavato dal bergamotto maturo (giallo) è usato, a volte e in piccole quantità, dall’industria dei succhi di frutta per la sua nota amara.
Profumi e dopobarba
– essenza defurocumarinizzata: componente dell’acqua di Colonia, profumo bergamotto: alcool+bergamotto (1-10%)
Secondo Gildemeister e Hoffmann, nel loro libro “Gli oli eterici” (Die etherischen Öle), il bergamotto venne introdotto fra il 1672 e il 1708. Nei registri commerciali dedicati all’Eau de Cologne della ditta profumiera Johann Maria Farina gegenüber dem Jülichs-Platz (ovvero “Giovanni Maria Farina di fronte alla piazza di Jülich”), altrimenti detta Farina Gegenüber, si trovano testimonianze dell’acquisto di bergamotti a partire dal 1714.
A partire dal momento in cui il bergamotto viene nominato, precisamente nel 1750 quando venne piantato da un certo Nicolo Parisi, l’olio di bergamotto è divenuto una componente essenziale per l’industria profumiera e, in particolare, dona all’Acqua di Colonia la sua fragranza tipica.
La raccolta del bergamotto ha come fine quasi esclusivo la produzione dell’essenza. L’olio eterico di bergamotto viene ricavato dalla buccia del piccolo frutto giallo-arancio. Originariamente i frutti venivano pressati a mano (sfumatura), successivamente con presse di legno, mentre oggigiorno il processo è stato meccanizzato. Per produrre un litro d’olio sono necessari 200 chili di bergamotti.
Alcoolici
– Il Bergamino (15% di frutto intero e fino al 40% di alcool), che ha ottenuto la qualifica di prodotto agroalimentare tradizionale.
– L’amaro al bergamotto, con erbe aromatiche e ad elevata percentuale alcolica.
– L’elisir digestivo al bergamotto, detto anche Amarotto, a bassa percentuale alcolica.
– La crema di bergamotto, ottenuta da un infuso di scorze di bergamotto e crema di latte.
– La grappa aromatizzata al bergamotto.
Gastronomia
Il suo uso nell’alimentazione risale almeno all’aprile del 1536, come risulta dal «menu di magro» offerto all’imperatore Carlo V, di passaggio per Roma, dal cardinale Lorenzo Campeggi.
La scorza di bergamotto, se opportunamente trattata, ad esempio messa in salamoia e poi unita al succo, può essere utilizzata per aromatizzare primi e secondi piatti, ma anche dolci come la celebre Torta Nosside. Altri prodotti dolciari ricavati dal bergamotto sono le caramelle e le scorzette candite.
L’aroma dell’olio di bergamotto è utilizzato per aromatizzare il tè nella variante denominata Earl Grey, o per ricavarne un profumato e raffinato sorbetto.
– Bevanda gassata
– Succo di frutta (Il succo di bergamotto è usato come amaricante nei succhi di altri agrumi);
– Digestivo (In forma di elisir a basso contenuto alcolico).
Aromaterapia
olio essenziale: l’odore dell’olio essenziale di bergamotto è persistente e penetrante e annulla l’odore degli altri profumi, si usa mettere un bergamotto intero nel frigorifero, raschiandone la buccia con una forchetta periodicamente ogni due settimane, per eliminare i cattivi odori, basta qualche goccia di essenza nella vaschetta dei caloriferi o nella bacinella del liquido per lavare i pavimenti per aromatizzare per alcuni giorni gli ambienti;
Pulizia personale
essenza defurocumarinizzata: è un ottimo pulente da colle sintetiche, grasso e catrame
Anestetico
essenza defurocumarinizzata: (su parti non escoriate) miscelato tra 1% e il 5% in vaselina o alcool, come blando anestetico locale per lenire i dolori reumatici e da contusione;
Antisettico e antibatterico
essenza defurocumarinizzata: puro come lenitivo naturale ed in miscela al 10% con l’alcool etilico come forte disinfettante.
Abbronzante
olio essenziale: utilizzato negli anni 60/70 in Calabria al 2% in olio naturale (mandorla, cocco) risulta essere un amplificatore dell’abbronzatura, tale effetto è dovuto al bergaptene che stimola la produzione di melanina; tale pratica è da considerarsi rischiosa;